aumento contributi

Aumento dei contributi per colf badanti e baby sitter

Aumentare i contributi per colf, badanti e baby sitter , questa è la nuova proposta dei sindacati italiani.

Tutt’altro che una bella notizia per tutte le persone che si servono di un assistente per badare a un proprio caro o alla propria casa.

La proposta di legge, contenuta nel documento unitario di Cgil, Cisl e Uil, e presentato a fine settembre, ha come obiettivo rendere più sostanziose le future pensioni dei lavoratori domestici e quindi i relativi contributi lavorativi versati nel periodo di attività.

I sindacati chiedono la revisione dell’attuale sistema di contribuzione per chi svolge lavoro domestico. La proposta prevede di conteggiare i versamenti contributivi pieni, anche se si superano le 24 ore lavorative settimanali e rapportarli alle retribuzioni corrisposte effettivamente, se superiori a quelle convenzionali.

Un vero e proprio macigno che potrebbe cadere sulla testa di tutte le famiglie italiane che si avvalgono dell’assistenza di un collaboratore domestico.

Da un primo calcolo si parla di un aumento che potrebbe facilmente superare i 2.000 euro annui, dato stimato mediamente a campione, poiché ogni caso è a se per le molteplici variabili.

Ad oggi secondo la legge in vigore, se l’orario di lavoro è inferiore a 24 ore lavorative settimanali, il contributo viene calcolato in base a tre diverse fasce di retribuzione. Quando l’orario di lavoro supera le 25 ore lavorative settimanali diventa un fisso.

Per venire incontro alle famiglie più bisognose di assistenza, il sistema contributivo ha previsto che, qualora il proprio collaboratore domestico superi le 24 ore settimanali presso il proprio indirizzo, vi sia un’agevolazione fiscale che riduce le tasse da versare, svincolando dalla retribuzione oraria corrisposta.

 

Parere non favorevole arriva da Andrea Zini, il vice presidente di Assindatacolf non è totalmente d’accordo con questa nuova proposta, e commenta così:

E’ un bene che il dibattito in tema di previdenza tocchi anche il settore domestico ma attenzione a non far ricadere un’eventuale revisione ‘al rialzo’ del sistema di contribuzione sulle spalle delle famiglie datrici di lavoro, che non potendo contare su agevolazioni fiscali, già si fanno interamente carico dei costi (non pochi) di colf, baby sitter e badanti”.

 

“Ad oggi le famiglie possono contare solo su parziali deduzioni e detrazioni rispetto alle ingenti spese sostenute per pagare stipendi e contributi dei propri domestici (ricordiamo che il costo annuo di una badante può arrivare a 17 mila euro), un’esigenza che ormai riguarda quasi tutti, senza distinzione di ceto. Pertanto siamo assolutamente contrari a questa misura perché sarebbe insostenibile aumentare le spese a carico dei datori, senza prima concedere la deduzione del costo del lavoro domestico” ha concluso Zini commentando il documento presentato dai sindacati al Governo.

 

Oggi le agevolazioni fiscali previste per i datori di lavoro di colf o assistenti familiari non sono molti, e per usufruire di tali sostegni bisogno rientrare in determinate categoria con molti vincoli e caratteristiche speciali.

I contributi obbligatori versati possono essere dedotti dal proprio reddito per un importo massimo di 1.549,36 euro l’anno. Per gli assistenti a persone non autosufficienti il datore di lavoro potrà detrarre dall’imposta lorda il 19% delle spese sostenute per un importo massimo di 2.100 euro annui.

Si può usufruire della detrazione se il reddito complessivo è inferiore a 40.000 euro e la deduzione fiscale per la colf si può sommare alla detrazione prevista per l’assistente familiare, e viceversa.

Se dovesse passare la proposta dei sindacati il conto per le famiglie lieviterebbe inevitabilmente.

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